Clean space

Da alcuni anni l'attenzione al problema dell'inquinamento si è rivolta anche allo Spazio.
I tanti satelliti messi in orbita dallo Sputnik 1 normalmente sopravvivono una decina di anni, poi per
motivi diversi smettono di funzionare e si trasformano in relitti alla deriva. Ecco che l'uomo ha
cominciato così ad inquinare lo Spazio. E’ vero che lo spazio è infinito, però i satelliti gravitano
quasi tutti in orbite comuni e già oggi i detriti spaziali rischiano di rendere inutilizzabili le preziose
orbite intorno al nostro pianeta, bisogna quindi prevenire i problemi che si potrebbero creare e
rimuovere i rifiuti gallegginati nello spazio, studiando come ripurirlo, anche con bracci robotici per
acchiappare, con grandi ragnatele, i detriti abbandonati.
Nasce così nel 2012 il progetto “Clean space” dell’ESA che si occupa di minimizzare gli impatti
ambientali delle missioni spaziali attraverso l’ecoDesign delle future missioni spaziale, il progetto
CleanSat, per lo sviluppo di tecnologie per la gestione di fine vita dei satelliti e la missione
e.Deorbit per la rimozione di detriti di portata significativa.
L’ESA è l’unica agenzia spaziale civile al mondo che sta sviluppando questo progetto.
Luisa Innocenti lavora all'ESA dal 1988 dove ha seguito diversi progetti tra cui l'EURECA Scientist
e la parte di sistema e strategia di Future Launcher.
Dal 2012 è a capo dell’ESA Clean Space Office con sede a Parigi, quartiere generale dell'ESA.